Il conflitto famigliare in ottica sistemica
Il conflitto famigliare in ottica sistemica
Il conflitto viene molto spesso percepito come qualcosa di sbagliato, negativo e brutto. Ma in psicoterapia assume un ruolo chiave sia nel rapporto con se stesso che con gli altri! Nelle relazioni diventa un’occasione di evoluzione, incontro e crescita se utilizzato al meglio e, soprattutto nella famiglia, il conflitto è necessario.
Quali sono le fasi della vita familiare?
La famiglia, il gruppo di persone formato tradizionalmente da genitori, figli e talvolta altre persone, come un qualsiasi organismo vivente, percorre un ciclo di vita fatto delle seguenti fasi:
- La formazione della coppia.
- La famiglia con i bambini piccoli.
- La famiglia con i figli adolescenti.
- La famiglia con giovani adulti (famiglia “trampolino di lancio”).
- La famiglia con genitori anziani.
Le fasi che la famiglia percorre nella propria evoluzione sono scandite da eventi specifici, quali: l’incontro dei partner e la decisione di costruire una famiglia insieme, la nascita dei figli, la pubertà dei figli, l’uscita dei figli dalla famiglia e l’ingresso dei genitori nella terza età. Ogni volta che la famiglia accede ad una nuova fase, ha bisogno di ristrutturarsi perché deve affrontare una situazione nuova che mette in crisi le vecchie modalità di funzionamento. L’assetto familiare e le relazioni tra i membri della famiglia hanno bisogno di cambiare.
Che cos’è il conflitto in ottica sistemica?
Il conflitto nell’ottica sistemica si configura come un processo relazionale e gli individui che vi partecipano assumeranno posizioni e identità che nel circuito relazionali si rendono disponibili. Attraverso il conflitto la famiglia vive un momento detto di “stallo” nel quale gli occhi dei membri e le orecchie sono attenti a cogliere ogni minimo segnale che confermi loro di aver ragione e di dover confliggere per esistere: entrambi sono in attesa che sia l’altro a cambiare, permanendo sospesi nel tempo del conflitto.
Cosa si intende per conflittualità familiare?
Quando parliamo di conflittualità familiare possiamo riferirci tanto a comportamenti di ostilità “esplicita” dei genitori in presenza dei figli, quanto a comportamenti “coperti”, non osservabili nel corso dell’interazione triadica , ad esempio quando un genitore squalifica l’altro genitore, in sua assenza, agli occhi del figlio, o ancora ad una conflittualità totalmente “sommersa” e ad ogni costo evitata.
Come affrontarli?
Che tu sia figlio o genitore, i conflitti non hanno una fine, anzi. Spesso possono essere lunghi duraturi nel tempo. Quello che è utile è riconoscere le fatiche, relazionali ed emotive e chiedere aiuto. Ricordati che non c’è un solo modo di vivere la famiglia e che le modalità si possono ridiscutere.Quale può essere il ruolo della psicoterapia?
Grazie alla psicoterapia si lavora sulla storia trigenerazionale per comprendere come i modelli di conflitto si ripropongono nel tempo. Ognuno di noi fa qualcosa per mantenere alcune dinamiche vive e attive anche quando non lo pensiamo. E’ qui che con la psicoterapia si può intervenire.
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Articolo di LISA SARTORI
Psicologa delle Relazioni, Mediatore Familiare, Psicoterapia di coppia
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